Conosci i metodi di produzione del vino rosato in Puglia? Scopri i suoi segreti

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La Puglia è una terra straordinaria per i suoi vigneti. È ricca di varietà e caratteristiche territoriali che sono indispensabili per produrre un vino rosato di eccellenza. Con impegno e passione, ogni passo nel processo di creazione diventa un delizioso calice di freschezza.

I vini rosati pugliesi sono affascinanti per il loro colore delicato e il loro sapore fresco e fruttato. La produzione di vini rosati può avvenire attraverso diversi metodi, ognuno dei quali conferisce al vino caratteristiche uniche. Ecco una panoramica dei metodi più comuni utilizzati in Puglia nella produzione di vini rosati.

I metodi di elaborazione dei vini rosati

1. Macerazione pellicolare: In questo metodo, le uve rosse vengono pigiate. Il succo viene lasciato a contatto con le bucce per un breve periodo. Questo periodo va di solito da poche ore a un paio di giorni. Questo processo consente al succo di assorbire una quantità moderata di colore. Assorbe anche alcune caratteristiche aromatiche dalle bucce, dando rosati fruttati, morbidi e più colorati. Questo avviene prima che vengano separate.

2. Salasso o in francese Saignée: questo metodo produce un vino rosato. Esso è un sottoprodotto della vinificazione del vino rosso. Una parte del succo viene “salassata” dal mosto in fermentazione di un vino rosso. Questo procedimento concentra il vino rosso e produce un rosato più leggero, ma più carico di colore.

3. Pressatura diretta: Qui le uve rosse vengono pigiate. Successivamente, vengono trasferite in una pressa soffice. Le bucce sono pressate delicatamente. Il mosto viene allontanato immediatamente. Questa procedura è molto simile alla produzione del vino bianco. Questo processo produce un vino rosato molto chiaro, fresco, con aromi delicati.

4. Assemblaggio: In alcuni casi, un piccolo quantitativo di vino rosso viene miscelato con vino bianco per ottenere un rosato. Questo metodo è poco utilizzato ed è vietato in Italia, con l’eccezione dello Champagne rosé.

Normalmente, in Puglia, il 50% dei rosati è prodotto tramite il metodo della pressatura diretta. Il 10% deriva dalla tecnica del salasso. Il restante 40% è ottenuto attraverso la macerazione pellicolare.

Queste diverse tecniche di vinificazione creano una varietà di profili aromatici e gustativi. Questo rende i rosati pugliesi unici. Sono apprezzati non solo in Italia, ma anche a livello internazionale.

Le caratteristiche territoriali e il clima favorevole della regione giocano un ruolo fondamentale nel determinare la qualità di questi vini.

Ogni metodo di produzione influisce sul colore, il sapore e l’aroma del vino rosato. I produttori scelgono il metodo in base al tipo di uva disponibile. Considerano anche il profilo che desiderano ottenere nel loro vino finale. Inoltre, valutano la varietà e il grado di maturità delle uve.

Produrre ed elaborare un vino rosato è molto complesso e a volte con un certo grado di imprevedibilità. Non è possibile standardizzare i colori a priori. È necessario valutare, analizzare e decidere in cantina quanto la tonalità del rosato sia quella ricercata. Ovviamente con l’esperienza e lo studio degli enologi e dei viticoltori è possibile rendere il colore ed il bouquet dei rosati il più riproducibile possibile ad ogni annata

Anche noi, da cantina autentica cantina pugliese , elaboriamo il nostro vino rosato, il Farosè, da Uve di Troia. Vendemmiamo le uve entro la prima decade di settembre. Facciamo ciò per catturare il massimo della freschezza, acidità ed aroma. Queste straordinarie uve raccontano l’essenza della Puglia.

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Una volta raccolte, le uve sono immediatamente trasportate nella nostra cantina dove le diraspiamo e pigiamo. Il mosto con le sue bucce d’uva viene trasferito nella pressa soffice a membrana. La pressa delicatamente spreme le bucce intrise di mosto. Questo processo rilascia sia il mosto che il colore rosato inglobato nelle bucce.

Dopo aver raccolto tutto il mosto, avviamo la fermentazione alcolica. Sarà condotta a temperatura controllata di circa 16°C. Questo accorgimento tecnco, ci permette di svolgerla in modo regolare. Conserviamo così gli aromi ed i sapori tipici del nostro vino rosato.

E poi cosa accade? Prima, tutti gli zuccheri si trasformano in alcol. Successivamente, il mosto diventa completamente vino. Poi, lo lasciamo riposare per alcuni mesi. Facciamo questo affinché il nostro rosato, Farosè, possa darvi il meglio di sé una volta messo in bottiglia.

Sapete perchè il nostro vino rosato si chiama Farosè? La nostra è un’autentica e affascinante storia di famiglia, una narrazione che si intreccia profondamente con la nostra passione per il vino. L’azienda Palatino, che rappresenta l’impegno di generazioni, è totalmente fondata su di essa e sulla tradizione che ci ha plasmato nel corso degli anni.

Ogni etichetta che produciamo è dedicata ad un membro della nostra famiglia, una celebrazione del loro contributo e della loro eredità. Farosè non fa eccezione; porta con sé la storia, i ricordi e l’amore che ogni membro della nostra famiglia ha dedicato a questo progetto. Questo vino non è solamente un vino rosato, ma un omaggio ai legami che ci uniscono e alla nostra passione per l’eccellenze vinicole.

Infatti in nostro rosato è dedicato a Marta, la moglie del nostro enologo e titolare. Marta è nata e cresciuta nella bellissima e suggestiva perla del Gargano, Vieste. E Farosè mostra in etichetta il famoso faro di Vieste detto di Sant’Eufemia.

Immaginiamo che a questo punto ti sia venuta una gran voglia di un bel calice di fresco rosato. Allora cosa aspetti? Ordina subito una bottiglia di Farosè sul nostro e-commerce

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